Product description
Tavolo da gioco struttura in legno impiallacciato in abete schiarito, gambe alleggerite con fori circolari aventi funzione decorativa. Piano del tavolo composto da pannello dipinto a motivo geometrico entro cornice. Quattro poltroncine ensuite con schienale e seduta imbottiti ciascuna di colore differente a riprendere i colori del pannello. Disegno preparatorio firmato e datato del progetto originale, compreso nel lotto.
Dimensioni: cm 74X90X90.
Esposizioni:
“L’Aperitivo futurista” Teatro Biondo di Palermo.
“Tavole apparecchiate”, Genova, Palazzo Rosso.
Provenianza: Collezione Del Lago.
A WOODEN TABLE AND FOUR CHAIRS.
Additional description text:
FORTUNATO DEPERO
(Fondo, 1892 - Rovereto, 1960)
Il rapporto di Depero con l’arredo inizia al principio degli anni Venti, quando riceve l’importante commessa per il Cabaret del Diavolo a Roma. Si tratta di un lavoro complesso che prevede un percorso a ritroso (Paradiso-Purgatorio-Inferno) e che Depero affronta con modalità ludiche, inventandosi uno stile tirolese-futurista. Nel 1927, invece, realizza un arazzo titolato “Festa della Sedia”, che ritrae in primo piano e che delinea con fortiasimmetrie.
Negli anni ’30, invece, dopo il ritorno da New York che segna per lui una sorta di “caduta di pulsione utopica” (aveva “visto” il futuro più futuro e non aveva più nulla da immaginarsi) i suoi mobili perdono quella freschezza inventiva, divengono più “massicci”, e “seri”, ma vi fa appunto eccezione questo tavolo da gioco dove recupera sia l’elemento cromatico(che lo ravviva), sia la leggerezza, grazie alla “traforatura” (prevista in un primo tempo in varie forme geometriche) delle gambe. Grazie al colore crea un vivace dialogo tra le sedie ed il centro tavola, una specie di corto circuito che dinamizza il tutto e lo riporta al clima del decennio precedente, e dimostra anche una certa apertura internazionale, posto l’innegabile avvicinamento alle modalità di De Stijl. Proprio per questo è molto importante il disegno di progetto che lo accompagna: non solo per sancirne la paternità, ma anche perché c’informa di come spesso l’idea iniziale subisca variazioni più o meno appariscenti nella sua versione finale. In questo caso, non solo la traforatura delle gambe, che Depero aveva previsto più dinamica, ma anche nella forma dello schienale delle sedie, che originariamente si voleva arrotondato, anziché più geometrizzante come poi fu realizzato.
Si tratta perciò di una delle creazioni più felici del decennio dove Depero ritrova la sua miglior verve degli anni ’20.
Maurizio Scudiero
Curatore dell’Archivio Depero