Informazioni su Gabbianelli
MAGGIORI INFORMAZIONI SU GABBIANELLI
Da oltre 60 anni Gabbianelli produce piastrelle in ceramica e inventa prodotti che, grazie alla loro carica di originalità e stile, riscuotono successi in giro per il mondo. Tutto è iniziato da un semplice atelier dove, intorno al fondatore della società, si riunivano architetti e designers per sperimentare i loro segni espressivi su ceramica. Erano anni in cui il boom edilizio era all’apice, l’importante era costruire molto e presto. Gabbianelli ebbe l’intuizione di guardare non solo ai volumi della produzione, ma anche al valore estetico del prodotto, anticipando così un modo di produrre che, nei decenni successivi, diventerà atteggiamento diffuso per tutto il settore. La localizzazione milanese della fabbrica e gli stretti contatti con la nascente “industria” del design furono certamente fattori decisivi per la ricetta Gabbianelli: portare la piastrella da semplice rivestimento funzionale a prodotto per la decorazione d’interni. La piastrella ceramica diventa così superficie per progetti di design. Si abbandonano i modelli decorativi della secolare tradizione ceramica per lavorare su segni originali e contemporanei che interpretino le nuove sensibilità dell'abitare. Da queste esperienze sono nati prodotti diventati veri e propri successi internazionali che hanno contribuito a fare la storia del design in ceramica: la “Serie Elementare” (1968), la "Traccia" (1979, la prima grafica tridimensionale) di Enzo Mari, le raffinate reinterpretazioni di temi floreali di Carolyn Quartermaine “Roses” “Stanza dei fiori”(2001/02), le texture di colore, create utilizzando diverse tecniche di applicazione dello stesso, ancor oggi elemento caratterizzante il catalogo dell’azienda. Oggi come ieri l’azienda spazia dalla produzione industriale, per realizzare la serie delle tinte unite, al laboratorio artigianale, dove artisti ed esperte manualità s’incontrano per realizzare pezzi unici o eleganti decorazioni seriali. A seguito dell’acquisizione da parte del gruppo Altaeco spa, oggi la Gabbianelli può contare su di un sistema industriale moderno e all’avanguardia nelle tecnologie che garantisce ai suoi prodotti standard qualitativi di eccellenza. Ecco alcuni tra i molti designers che negli anni hanno collaborato con l’azienda:
Ezio Didone “Zig Zag” - Raul Dufy “Willow” - Annabelle d’Huart “Wien”, “Ring”, “Quadrat” - Sergio Calatroni “Wave”, “Village”, “Piedigrotta” - “Lapis”, “Intuizione” - Renato Toso “Vibration”, “Messico” - Bruno Munari “Tuttotondo Tuttoquadro” - Enzo Mari “Serie Elementare”, “Traccia”, “Trama e Colonna” - Italo Lupi “Stellina” - De Pas D’Urbino “Segni” - David Palterer “Punto” - Maria Belgioioso “Bolli e quadri” - Pace Gritti Morlacchi “Grandecoro bosco” - Alfonso Pizzo Greco “Ameba” - Sergio Asti “Farfalla” - Anna Maglienti “Dama”, “Armonia” - Tullio Pericoli “Block notes”, “Espresso”, “Fantasia” - Julia Binfield “Vasi e Fiori”, “Caffelatte” - “Le città del mondo” - Carolyn Quartermaine “Roses”, “Stanza dei fiori” - Mario Piazza XY “Astratto” - Wouter Dolk “Cornici” - Piero Crida “Hibiscus”
Da oltre 60 anni Gabbianelli produce piastrelle in ceramica e inventa prodotti che, grazie alla loro carica di originalità e stile, riscuotono successi in giro per il mondo. Tutto è iniziato da un semplice atelier dove, intorno al fondatore della società, si riunivano architetti e designers per sperimentare i loro segni espressivi su ceramica. Erano anni in cui il boom edilizio era all’apice, l’importante era costruire molto e presto. Gabbianelli ebbe l’intuizione di guardare non solo ai volumi della produzione, ma anche al valore estetico del prodotto, anticipando così un modo di produrre che, nei decenni successivi, diventerà atteggiamento diffuso per tutto il settore. La localizzazione milanese della fabbrica e gli stretti contatti con la nascente “industria” del design furono certamente fattori decisivi per la ricetta Gabbianelli: portare la piastrella da semplice rivestimento funzionale a prodotto per la decorazione d’interni. La piastrella ceramica diventa così superficie per progetti di design. Si abbandonano i modelli decorativi della secolare tradizione ceramica per lavorare su segni originali e contemporanei che interpretino le nuove sensibilità dell'abitare. Da queste esperienze sono nati prodotti diventati veri e propri successi internazionali che hanno contribuito a fare la storia del design in ceramica: la “Serie Elementare” (1968), la "Traccia" (1979, la prima grafica tridimensionale) di Enzo Mari, le raffinate reinterpretazioni di temi floreali di Carolyn Quartermaine “Roses” “Stanza dei fiori”(2001/02), le texture di colore, create utilizzando diverse tecniche di applicazione dello stesso, ancor oggi elemento caratterizzante il catalogo dell’azienda. Oggi come ieri l’azienda spazia dalla produzione industriale, per realizzare la serie delle tinte unite, al laboratorio artigianale, dove artisti ed esperte manualità s’incontrano per realizzare pezzi unici o eleganti decorazioni seriali. A seguito dell’acquisizione da parte del gruppo Altaeco spa, oggi la Gabbianelli può contare su di un sistema industriale moderno e all’avanguardia nelle tecnologie che garantisce ai suoi prodotti standard qualitativi di eccellenza. Ecco alcuni tra i molti designers che negli anni hanno collaborato con l’azienda:
Ezio Didone “Zig Zag” - Raul Dufy “Willow” - Annabelle d’Huart “Wien”, “Ring”, “Quadrat” - Sergio Calatroni “Wave”, “Village”, “Piedigrotta” - “Lapis”, “Intuizione” - Renato Toso “Vibration”, “Messico” - Bruno Munari “Tuttotondo Tuttoquadro” - Enzo Mari “Serie Elementare”, “Traccia”, “Trama e Colonna” - Italo Lupi “Stellina” - De Pas D’Urbino “Segni” - David Palterer “Punto” - Maria Belgioioso “Bolli e quadri” - Pace Gritti Morlacchi “Grandecoro bosco” - Alfonso Pizzo Greco “Ameba” - Sergio Asti “Farfalla” - Anna Maglienti “Dama”, “Armonia” - Tullio Pericoli “Block notes”, “Espresso”, “Fantasia” - Julia Binfield “Vasi e Fiori”, “Caffelatte” - “Le città del mondo” - Carolyn Quartermaine “Roses”, “Stanza dei fiori” - Mario Piazza XY “Astratto” - Wouter Dolk “Cornici” - Piero Crida “Hibiscus”
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