Informazioni su Poesia
MAGGIORI INFORMAZIONI SU POESIA
UN’AZIENDA IN PIAZZA
La piazza, nel gergo vetrario muranese, sta ad indicare l’unità produttiva fondamentale ed autonoma, in grado di eseguire un pezzo dall’inizio alla fine. Ne è a capo il maestro, che coordina una squadra che va dai quattro agli otto uomini. Piazza definisce, com’è intuibile, lo spazio antistante il forno e nel quale si muove la squadra. In senso più ampio, la piazza è anche il luogo dello scambio per antonomasia, dell’interazione, ed è anche in questa dimensione che viene vissuta dagli uomini che la animano.
Vetreria Resanese S.p.A., azienda del trevigiano fondata nel 1983 da Danilo Macchion con i suoi collaboratori e casa madre di POESIA®, di piazze così ne ha cinque, per un totale di 100 quintali di vetro lavorati al giorno. Un volume già industriale, ottenuto però esclusivamente con tecniche artigianali, derivate dalla tradizione vetraria muranese.
SI FA PRESTO A DIRE VETRO
Il termine cristallo indica un tipo di vetro trasparente e particolarmente brillante, che presenta un’altra concentrazione di ossido di piombo (infatti è chiamato anche vetro al piombo).
A Murano invece viene chiamato cristallo il vetro puro e trasparente, anche se nella formulazione muranese il piombo non è previsto. Il cristallo veneziano è un vetro particolarmente brillante, omogeneo, assolutamente privo di colorazione ed è un vetro sodico-calcico, il che lo rende adatto a lunghi tempi di lavorazione e alla produzione di oggetti soffiati, perché mantiene a lungo lo stato plastico.
Il segreto della qualità del cristallo veneziano prodotto da POESIA® sta nella purezza delle materie prime impiegate, in primo luogo la silice, nell’uso sapiente dei decoloranti, nell’accurata preparazione della miscela vetrificabile e nella condotta della fusione. Come ogni vetreria che si rispetti, anche Vetreria Resanese usa una sua propria composizione che è unica e gelosamente custodita, perché naturalmente non è sufficiente fondere una qualsiasi miscela di vetrificanti e fondenti per ottenere un buon vetro.
La straordinaria trasparenza del cristallo veneziano di POESIA® si apprezza al meglio nel mattone di vetro della serie Classic, perfettamente neutro e cristallino nonostante i suoi 5 centimetri di spessore.
A CIASCUNO IL SUO
L’aggiunta di determinati componenti chimici o particolari tipi di lavorazione danno origine a tipi di vetro speciali. Vetreria Resanese padroneggia diversi tipi di tecniche, tutte derivate dall’arte vetraria muranese. Quelli che seguono sono i principali tipi di vetro speciale utilizzati nei prodotti di POESIA®.
Vetro colato a stampo: è la più antica tecnica di lavorazione del vetro. Per realizzare lastre o formelle vengono utilizzate delle apposite forme di diverse misure entro le quali il vetro fuso viene colato direttamente. Con questa tecnica, ma con stampi di conformazione diversa, vengono prodotti sia i mattoni che le formelle e i listelli della collezione Vetroattivo.
Colorazione a caldo senza fusione: questo procedimento è stato ideato da Ercole Barovier verso la fine degli anni ’20 e consiste nell’inclusione tra due strati di vetro trasparente e incandescente di sostanze chimiche o altri elementi che per l’elevata temperatura assumono colori particolari e creano effetti di grande bellezza, mai uguali gli uni agli altri. Dall’inclusione di speciali ossidi coloranti nascono i mattoni Cloud & Soul, mentre dall’inserimento di finissime particelle di metallo nascono i mattoni Silver e Gold, tutti della collezione Classic.
Vetro bullicante: racchiude una miriade di bollicine d’aria e si ottiene colando il vetro in uno speciale stampo provvisto di punte metalliche. Le punte lasciano nel vetro minuscoli fori che, coperti da altro vetro, trattengono delle piccole quantità d’aria. Questa tecnica è stata messa a punto a Murano negli anni ’30 del XX secolo e consente di creare oggetti di particolare suggestione. Il mattone Bubble della serie Classic è un bell’esempio di vetro bullicante.
Vetro trattato ad acido: per il processo di acidatura si utilizza acido fluoridrico, l’unico acido in grado di intaccare il vetro. Si ottiene in questo modo una superficie setosa ed omogenea, gradevole al tatto, detta “satinata”. L’acidatura rende la superficie più dolce e meno sporchevole rispetto alla sabbiatura. E’ trattato ad acido il vetro del mattone Satin della serie Artiko.
Vetro lattimo: è stato inventato a Murano intorno al 1450 per imitare la prima preziosa porcellana cinese giunta a Venezia. E’ un vetro opaco bianco come il latte grazie agli agenti opacizzanti che contiene, minuti cristalli di fluoruro di calcio e di sodio che riflettono la luce determinando così sia l’opacità che la caratteristica colorazione. E’ in vetro lattimo il diffusore della lampada White Belt (collezione Vetroattivo).
Vetro incamiciato: con questa tecnica del vetro incandescente viene colato su un vetro di diverso colore, destinato a rimanere interno. Ad esempio il diffusore della lampada Milkie (collezione Vetroattivo) è realizzato in vetro lattimo incamiciato in vetro cristallo.
Lavorazione a filo di vetro colato: un sottile filo di vetro scende dal crogiolo e viene avvolto a mano attorno a uno stampo. Così nascono le lampade Firehead e Twist (of fate) (collezione Vetroattivo).
Lavorazione a nastro di filo colato: la mano del vetraio dispone il nastro di vetro, ancora duttile, in sapienti volute attorno a uno stampo, in modo da creare una sorta di pizzo in vetro spesso e trasparente. Con questa tecnica vengono prodotte le lampade Crystal Tower e Styllight (collezione Vetroattivo).
UN’AZIENDA IN PIAZZA
La piazza, nel gergo vetrario muranese, sta ad indicare l’unità produttiva fondamentale ed autonoma, in grado di eseguire un pezzo dall’inizio alla fine. Ne è a capo il maestro, che coordina una squadra che va dai quattro agli otto uomini. Piazza definisce, com’è intuibile, lo spazio antistante il forno e nel quale si muove la squadra. In senso più ampio, la piazza è anche il luogo dello scambio per antonomasia, dell’interazione, ed è anche in questa dimensione che viene vissuta dagli uomini che la animano.
Vetreria Resanese S.p.A., azienda del trevigiano fondata nel 1983 da Danilo Macchion con i suoi collaboratori e casa madre di POESIA®, di piazze così ne ha cinque, per un totale di 100 quintali di vetro lavorati al giorno. Un volume già industriale, ottenuto però esclusivamente con tecniche artigianali, derivate dalla tradizione vetraria muranese.
SI FA PRESTO A DIRE VETRO
Il termine cristallo indica un tipo di vetro trasparente e particolarmente brillante, che presenta un’altra concentrazione di ossido di piombo (infatti è chiamato anche vetro al piombo).
A Murano invece viene chiamato cristallo il vetro puro e trasparente, anche se nella formulazione muranese il piombo non è previsto. Il cristallo veneziano è un vetro particolarmente brillante, omogeneo, assolutamente privo di colorazione ed è un vetro sodico-calcico, il che lo rende adatto a lunghi tempi di lavorazione e alla produzione di oggetti soffiati, perché mantiene a lungo lo stato plastico.
Il segreto della qualità del cristallo veneziano prodotto da POESIA® sta nella purezza delle materie prime impiegate, in primo luogo la silice, nell’uso sapiente dei decoloranti, nell’accurata preparazione della miscela vetrificabile e nella condotta della fusione. Come ogni vetreria che si rispetti, anche Vetreria Resanese usa una sua propria composizione che è unica e gelosamente custodita, perché naturalmente non è sufficiente fondere una qualsiasi miscela di vetrificanti e fondenti per ottenere un buon vetro.
La straordinaria trasparenza del cristallo veneziano di POESIA® si apprezza al meglio nel mattone di vetro della serie Classic, perfettamente neutro e cristallino nonostante i suoi 5 centimetri di spessore.
A CIASCUNO IL SUO
L’aggiunta di determinati componenti chimici o particolari tipi di lavorazione danno origine a tipi di vetro speciali. Vetreria Resanese padroneggia diversi tipi di tecniche, tutte derivate dall’arte vetraria muranese. Quelli che seguono sono i principali tipi di vetro speciale utilizzati nei prodotti di POESIA®.
Vetro colato a stampo: è la più antica tecnica di lavorazione del vetro. Per realizzare lastre o formelle vengono utilizzate delle apposite forme di diverse misure entro le quali il vetro fuso viene colato direttamente. Con questa tecnica, ma con stampi di conformazione diversa, vengono prodotti sia i mattoni che le formelle e i listelli della collezione Vetroattivo.
Colorazione a caldo senza fusione: questo procedimento è stato ideato da Ercole Barovier verso la fine degli anni ’20 e consiste nell’inclusione tra due strati di vetro trasparente e incandescente di sostanze chimiche o altri elementi che per l’elevata temperatura assumono colori particolari e creano effetti di grande bellezza, mai uguali gli uni agli altri. Dall’inclusione di speciali ossidi coloranti nascono i mattoni Cloud & Soul, mentre dall’inserimento di finissime particelle di metallo nascono i mattoni Silver e Gold, tutti della collezione Classic.
Vetro bullicante: racchiude una miriade di bollicine d’aria e si ottiene colando il vetro in uno speciale stampo provvisto di punte metalliche. Le punte lasciano nel vetro minuscoli fori che, coperti da altro vetro, trattengono delle piccole quantità d’aria. Questa tecnica è stata messa a punto a Murano negli anni ’30 del XX secolo e consente di creare oggetti di particolare suggestione. Il mattone Bubble della serie Classic è un bell’esempio di vetro bullicante.
Vetro trattato ad acido: per il processo di acidatura si utilizza acido fluoridrico, l’unico acido in grado di intaccare il vetro. Si ottiene in questo modo una superficie setosa ed omogenea, gradevole al tatto, detta “satinata”. L’acidatura rende la superficie più dolce e meno sporchevole rispetto alla sabbiatura. E’ trattato ad acido il vetro del mattone Satin della serie Artiko.
Vetro lattimo: è stato inventato a Murano intorno al 1450 per imitare la prima preziosa porcellana cinese giunta a Venezia. E’ un vetro opaco bianco come il latte grazie agli agenti opacizzanti che contiene, minuti cristalli di fluoruro di calcio e di sodio che riflettono la luce determinando così sia l’opacità che la caratteristica colorazione. E’ in vetro lattimo il diffusore della lampada White Belt (collezione Vetroattivo).
Vetro incamiciato: con questa tecnica del vetro incandescente viene colato su un vetro di diverso colore, destinato a rimanere interno. Ad esempio il diffusore della lampada Milkie (collezione Vetroattivo) è realizzato in vetro lattimo incamiciato in vetro cristallo.
Lavorazione a filo di vetro colato: un sottile filo di vetro scende dal crogiolo e viene avvolto a mano attorno a uno stampo. Così nascono le lampade Firehead e Twist (of fate) (collezione Vetroattivo).
Lavorazione a nastro di filo colato: la mano del vetraio dispone il nastro di vetro, ancora duttile, in sapienti volute attorno a uno stampo, in modo da creare una sorta di pizzo in vetro spesso e trasparente. Con questa tecnica vengono prodotte le lampade Crystal Tower e Styllight (collezione Vetroattivo).
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