Darzanà: l'imbarcazione che unisce gli arsenali di Venezia e Istanbul
Il progetto turco prende il nome di Darzanà, ed è incentrato sulla violazione delle frontiere e sull’ibridazione, una sfida alla tendenza sempre più forte di rinchiudersi entro i confini di religione, lingua, razza, nazionalità, etnia e genere. L'installazione evidenzia il patrimonio comune, culturale e architettonico degli arsenali di Istanbul e Venezia attraverso l’immagine simbolica di un cantiere con un’imbarcazione ‘ibrida’, Baştarda, frutto dell’incrocio tra una galea e un galeone.
La nave in cantiere, lunga 30 metri e fatta di oltre 500 pezzi di scarto per un peso complessivo di quattro tonnellate, si compone di materiali abbandonati nel vecchio arsenale di Istanbul.
una nuova connessione tra le due città
La nave è stata trasportata a Venezia per suggellare una nuova connessione tra le due città. Un’operazione di elevato profilo culturale, all’insegna del dialogo e della condivisione, pur nel rispetto delle differenti identità.
Il Padiglione della Turchia si caratterizza per la particolare attenzione al fattore luce, studiato nei minimi dettagli per enfatizzarne sia la specificità architettonico-espositiva sia il concetto ispiratore dell’intero progetto.
Il prodotto chiave utilizzato è Angular: un proiettore potente e dal design semplice e minimale, particolarmente indicato per non sovrastare la centralità del soggetto illuminato. Caratterizzato da un movimento basculante fino a 90°, Angular è dotato di un pratico indicatore goniometrico che consente di regolarne con precisione l’inclinazione.
La sorgente arrayLED garantisce un’ illuminazione nitida ed efficiente, dalle alte performance.
Appositamente studiato per questo progetto uno speciale filtro Honeycomb customizzato, finalizzato a ottenere un duplice effetto: limitare al massimo l’abbagliamento e, allo stesso tempo, garantire un puntamento del fascio luminoso nitido e focalizzato.
Hugon Kowalsky
Marcin Szczelina
Zeki Kadirbeyoğlu
Şeyma Kılıç
ZKLD Light Design Studio